Guido Coggi: 1980-1981/1981-1982

La mia presidenza cadde nel periodo che definirei di “piena maturità” del Club: dopo 23 anni dalla sua fondazione, il Milano Est si era ormai ritagliato un ruolo significativo nell’allora ristretto numero di Club milanesi:

così che i suoi padri fondatori, che lo avevano guidato fino ad allora, potevano lasciare la guida del Club anche a soci più giovani, come me.

Certo, la mia presidenza era stata facilitata enormemente da quella straordinaria di Vittore Ceretti che, circondatosi di un gruppetto, per l’appunto di giovani, aveva riportato il fulcro della azione rotariana sulla città e sulla società contemporanea, ponendo la rotta per un modo diverso di interpretare il Rotary.

La fiducia nei giovani fu certamente il messaggio più importante che Milano Est dette in quegli anni, e poi nei successivi: io stesso, che avevo allora una anzianità rotariana di soli sette anni ed una età anagrafica di 40, ero frutto di questa politica del Club:

a distanza di anni, forse in questa scelta di rinnovamento e di ringiovanimento, che venne delineandosi in quel periodo, si può vedere uno dei più qualificanti contributi del nostro Club e quella strada, che intraprendemmo con impegno, si doveva poi rivelare vincente, come quella più genuinamente rispondente agli ideali rotariani.

Non che fossero rose e fiori: nell’ambito del Mediolanum, ad esempio, eravamo certo tra i meno “tranquilli”: ma ci aiutava la solidità del messaggio che ci era stato trasmesso dai nostri predecessori, e soprattutto la convinzione che si dovesse uscire da una fase storica del nostro paese con coraggio, lealtà e apertura.

E il non conformismo del nostro Club si vede bene anche nella decisione di abbandonare la sede tradizionale, il “Principe”, per la nuova e più centrale sede del Savini: atto sofferto, ma anch’esso segno di una mobilità, di una vivacità del Club che, lungi dall’essere una novità, ne confermava lo spirito originario, in cui l’amicizia, la franchezza, anche il pragmatismo, quando necessario, consentivano di superare, come era accaduto pochi anni prima, anche i più difficili momenti.

Ricordo uno spirito nuovo, che tenacemente si faceva strada: come di speranze nuove, come di fiducia forte e trascinante.

Come di chi, giustamente, pensava ed agiva rotarianamente.

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